La meditazione: il potere della mente.

La meditazione è un mezzo per interiorizzare, per separare la mente dal corpo, per esaltare il nostro “essere”. Se impariamo a meditare correttamente possiamo condurre, gradualmente, la nostra mente a una condizione di consapevole tranquillità nei confronti di ciò che ci circonda.

Cosa significa, realmente, meditare?

Meditare significa imparare ad ascoltarci.

Le nostre potenzialità, limiti, inclinazioni o tendenze possono essere messi a nudo attraverso un ascolto attento del nostro corpo: questo ascolto si traduce nella meditazione, un potente strumento in grado di demolire illusioni, traumi, consuetudini e dannose abitudini. Meditare ci permette di scavare in profondità aprendo la nostra mente, con benefici connessi innanzitutto a una maggior attenzione, concentrazione, lucidità, memoria e precisione, ma senza trascurare quelli legati all’empatia, alla tolleranza, all’intuito, alla comprensione e alla capacità di amare.

La mente addestrata attraverso la meditazione è quella che riesce a “pensare positivo” ed è in grado di abbattere pregiudizi e stereotipi che spesso ci accompagnano.

Come impariamo ad accettare noi stessi?

La meditazione, per essere efficace, deve partire da un importante presupposto: dobbiamo accettarci per quello che siamo, imparando a venire a patti con tutto ciò che ci accade. Qualsiasi intenzione di modificare o manipolare la nostra mente, tentando di imporci uno stato diverso da quello che stiamo vivendo, costituisce una mancanza di accettazione che causa solo problemi.

In cosa consiste la pratica meditativa?

Partiamo da un momento di serenità e appartiamoci, senza fretta, in un posto tranquillo. 

Seguiamo, poi, questi semplici ma importanti consigli:

a) evitiamo ambienti troppo freddi o caldi, nonché troppo luminosi o bui.

b) sediamoci tranquilli su una sedia o per terra a gambe incrociate. Se siamo esperti di yoga, assumere la posizione di Loto o mezzo Loto può aiutare. L’importante, in ogni caso, è che la schiena sia dritta, la nuca allineata con il resto della colonna, il capo leggermente flesso in avanti. Gli occhi sono socchiusi oppure chiusi, con attenzione all’area compresa tra le sopracciglia.

c) immaginiamoci la postura assunta correggendola, se necessario, prima di inoltrarci nella meditazione.

d) concentriamoci sul respiro: lento, profondo, diaframmatico. L’aria entra ed esce dal corpo. Immaginiamo l’aria che scende verso la base della colonna vertebrale per poi risalire, fluire lungo i nostri centri vitali (i chakra) plasmandoli e massaggiandoli, per poi uscire e lasciarci.

e) proviamo, ora, a non pensare ad altro. Non è facile: la nostra mente tende a generare pensieri perché è abituata a farlo. Spazziamoli via, e riportiamo la mente a concentrarsi sul respiro. Avvertiremo qualche attimo di profonda serenità, ma evitiamo di sentirci appagati da essa. Lasciamola fluire. Meditare significa raggiungere il corretto livello di energia, assecondandola ed evitando di controllarla. 

f) sentiamo il silenzio, il vuoto della nostra mente, le vibrazioni circostanti, l’eternità dell’attimo. 

Ogni seduta meditativa è diversa da un’altra, non ve ne sono due uguali.

Con il passare dei mesi, degli anni, riusciremo a percepire la presenza di oggetti (ovvero entità non ben definite) normalmente non percepibili con i nostri sensi. Non li possiamo codificare, né processare e non li possiamo quantificare: sono cose che appartengono a un’altra dimensione, a un altro mondo.

Per essere più efficaci, possiamo servirci di strumenti come la visualizzazione di immagini oppure possiamo produrre dei mantra con la mente o con le corde vocali. Il fine è sempre quello di fissare l’attenzione, concentrarci e fermare la mente. Stiamo in quieta attesa, percettivi, sensibili, umili: è importante non strafare quindi evitiamo di controllare quei moti energetici che man mano avvertiamo e lasciamoli fluire.

Adesso non c’è più il meditante: ci siamo dissolti in questo fluire di energia. Siamo distaccati, l’attività della nostra mente rallenta, percepiamo i nostri pensieri come fotogrammi. Ed eccolo lì, davanti a noi, il nostro spirito divino: accogliamolo, sentiamolo, contempliamolo. Godiamo di questo momento: è l’incontro con Dio!

Ringraziamo, sempre. Apriamo gli occhi e fissiamo il pavimento. Siamo quieti. Lentamente, ritorniamo alla vita di tutti i giorni, con più consapevolezza, portando con noi il calore della meditazione nelle nostre attività quotidiane.

Restare in silenzio

Ora conteremo fino a dodici

e tutti resteremo fermi.

Una volta tanto sulla faccia della terra,

non parliamo in nessuna lingua;

fermiamoci un istante,

e non gesticoliamo tanto.

Che strano momento sarebbe

senza trambusto, senza motori;

tutti ci troveremmo assieme

in un improvvisa stravaganza.

Nel mare freddo il pescatore

non attenterebbe alle balene

e l’uomo che raccoglie il sale

non guarderebbe le sue mani offese.

Coloro che preparano nuove guerre,

guerre coi gas, guerre col fuoco,

vittorie senza sopravvissuti,

indosserebbero vesti pulite

per camminare coi loro fratelli

nell’ombra, senza far nulla.

Ciò che desidero non va confuso

con una totale inattività.

È della vita che si tratta;….

Se non fossimo così votati

a tenere la nostra vita in moto

e per una volta tanto non facessimo nulla,

forse un immenso silenzio interromperebbe la tristezza

di non riuscire mai a capirci

e di minacciarci con la morte.

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